Le storiche famiglie dei muratori di Villa Castelli: Neglia, Danese, Giovane, Palazzo…
Oggi vi parliamo delle storiche famiglie dei muratori di Villa Castelli: Palazzo, Neglia, Giovane, Bernardi, Danese, Cavallo, Urselli
Partiamo con la famiglia dei Palazzo. Palazzo Domenico, senior, (1802-1867) giunse a Villa Castelli verso il 1820 attratto dalla vendita di terreni in enfiteusi da parte del Duca di Monteiasi Carlo Ungaro. La famiglia, originaria di Ceglie Messapica, è una delle prime a costituire il borgo nascente. Costruivano “caselle” nell’abitato e trulli e lamie nelle campagne, utilizzando pietra calcarea. A Domenico (senior) è attribuibile la progettazione e costruzione della Cappella dell’Immacolata (la Congrega), dedicata originariamente a Santa Filomena, fatta edificare a devozione dei coniugi Cantoro Carmelo e Lenti Lucia (Carmele lu stutne dialetto).
Il mestiere di muratore viene continuato da Antonio (1838-1918) e dai figli di questi Domenico , junior, (1862-1943) e Pietro (1863-1966) per poi estinguersi completamente in Villa Castelli. Domenico Palazzo è stato il costruttore della Chiesa San Vincenzo de’ Paoli, nonché redattore del secondo dei cinque progetti. La famiglia Palazzo era imparentata con i Chirico, Carlucci e Chirulli.
La famiglia Bernardo o Bernardi provenienti da Martina Franca, giunsero a Villa Castelli verso il 1830 a seguito della concessione di terreni in enfiteusi da parte dei Duca di Monteiasi Carlo Ungaro, succeduto al padre Gioacchino. Contribuirono alla estesa opera di costruzione nell’abitato e nelle campagne. Nel 1837 i muratori Bernardo Domenico e suo figlio Giorgio vengono convocati per redigere una perizia di valutazione commissionata da Giovanni Bellanova “case sottane ai Castelli, cioè sala, due camere, cucina, dispensola, stalla e giardinetto” per la costituzione di una cappelania, ossia un benefizio ecclesiastico, con certi obblighi speciali. L’abitazione era situata nella attuale via Vito Arcangelo Bellanova. Si può riassumere nel seguente schema la discendenza dei Bernardo (limitato soltanto ai muratori).
I muratori della famiglia Danese giungono a Villa Castelli nel 1850, provenienti da Ostuni, operano a Villa Castelli sia nell’abitato che nelle campagne fino al 1939. Dopo questa data restano a Villa Castelli Danese Oronzo fu Paolo e Danese Oronzo Maria fu Giovanni, gli altri emigrarono in Grottaglie. Si sono distinti per la cura dedicata alla decorazione delle facciate e tutti sono coinvolti nei lavori di costruzione della Chiesa Madre. Il capostipite in Villa Castelli è stato Danese Giovanni Gerardo (1872-1939) . Attualmente l’impresa di Danese Giuseppe di Leonardo continua la tradizione familiare.
I documenti che ci giungono della famiglia Cavallo, ci dicono che nel 1865 i Cavallo sono presenti a Villa Castelli, Si dividono in vari gruppi con differenti soprannomi , tra cui “li cintrùnə” e “li struscə” Il più veterano tra essi è stato Cavallo Nicola Domenico (1865-1924) fu Oronzo con la qualifica di “zonatura”. L’attività si è protratta per tre generazioni fino ai nostri giorni nella persona di Domenico Cavallo. Anche questa famiglia ha partecipato ai lavori della Chiesa Madre. Figura poliedrica è il non più vivente maestro fu Nicola, muratore, scultore e agrimensore oltreché memoria storica del paese.
Un’altra famiglia Neglia di muratori è presente dal 1860. Non sappiamo se vi è parentela con l’altra famiglia Neglia. Il capostipite Antonio Maria di Mosè nato il 1869 e rimane in Villa Castelli fino al 1946, quando emigra a Copertino, dove muore nel 1948. Presente come operaio nella edificazione della chiesa. Continuano l’attività in Villa Castelli i nipoti Cosimo e Pietro.
La famiglia Urselli proveniene da Ceglie Messapica. Presente dal 1880 con Giuseppe (1881-1962) e Angelo Santo (1883 deceduto in Ceglie Messapica nel 1964). Esperti nella lavorazione della pietra di mazzaro. Sono presenti fra i lavoratori della Chiesa Madre. I figli di Giuseppe continuano l’attività familiare nelle persone di Nicola, Ciro Vincenzo. Antonio e Alessandro.
Due sono le famiglie Giovane e Giovine da annoverare fra i muratori. La prima discendente da Giovane Domenico (1839-19??), che arriva a Villa Castelli attorno al 1830; la seconda che fa capo ai Giovane Vito Antonio (1899-1968), soprannominata “li ca-ca”. Provengono da Locorotondo i due nuclei familiari, forse all’origine imparentati. Si distinguono per la lavorazione della pietra calcarea e del “màzzaro”, una calcarenite di color giallo-oro molto dura, usata per le fondazioni e per le decorazioni. Tutti hanno lavorato alla edificazione della Chiesa Madre di Villa Castelli, Possedevano le cave per le estrazioni di pietra sia per le costruzioni di case che per la realizzazione di strade con basole e zanelle in pietra bianca calcarea. La famiglia Giovane o Giovine della prima, seconda e terza generazione è imparentata con i: Ligorio, Carlucci, Spalluto, Santoro, Giacovelli, Cantore, Gioia e D’Urso.
Il secondo nucleo della famiglia Giovane fa capo ai fratelli Vito Antonio (1899-1968) e Cosimo Damiano (1901-1985). Si è già detto che provenivano da Locorotondo. Sono grandi esperti della lavorazione della pietra gentile e della pietra di màzzaro. Varie strade e larghi del paese con marciapiedi e zanelle sono stati realizzati da loro. Erano cavamonti-chianculàre molto esperti e conoscitori della pietra. Ogni colpo di martello ben arrestato dava forma al pietra. Possedevano una cava di pietra calcarea bianca molto compatta e di buona qualità in Contrada Monte Scòtano. Con Antonio Giovane fu Vito Antonio vi è una svolta importante: si passa all’edificazione vera e propria di case e simili nonché verso l’impresa edile, lasciando completamente la lavorazione della pietra.
La famiglia Neglia arriva a Villa Castelli attorno al 1840 da Locorotondo, come dagli atti di nascita e morte della Parrocchia e del Comune. Svolgevano la professione di muratori e giungevano nel nostro piccolo borgo attratti dalle concessioni di terreni in enfiteusi da parte del Duca di Monteiasi Carlo Ungaro succeduto al padre Gioacchino. Il capostipite Angelo Giuseppe (1832-19??) figlio di Giovanni e di Basile Maria e suo fratello Francesco iniziarono un sobrio lavoro di caselle in pietra calcarea nell’abitato e di trulli e lamie nelle campagne. Segue uno schema riassuntivo della prima e seconda generazione di muratori. Ricordiamo nella seconda generazione due sacerdoti figli di Angelo Giuseppe e di D’Angela Grazia: Don Alessandro (1874-1952) e Don Francesco (1876-1919).
Continuano i fabbricatori della famiglia Neglia nella terza e quarta generazione, costituendo una vera e propria scuola per “imparare il mestiere”. Tanti ragazzi hanno seguito con impegno ed interesse i loro maestri nell’arte muraria, ma i più provetti si sono cimentati nella pavimentazione alla veneziana e nella scultura. Anche i muratori di queste generazioni hanno lavorato alla costruzione della Chiesa Madre per vari anni e con varie mansioni. Giovanni figlio di Angelo Giuseppe e di D’Angela Grazia sposò Caliandro Maria Addolorata e generano 9 figli di cui 5 divennero bravi muratori. Ricordiamo Giuseppe Angelo (1888-1946) che costruì la Scuola Elementare e l’edificio che per tanti anni ha ospitato la Caserma dei Carabinieri siti ambedue in Piazza Ostilio a Villa Castelli e l’edificio scolastico per il Liceo Classico a Martina Franca. Rammentiamo inoltre la nobile figura si sacerdote di Mons. Luigi Neglia (1903-1978), nipote dell’arciprete di Villa Castelli Don Giuseppe Caliandro, per quarant’anni arciprete della Collegiata di Manduria. Così scrisse il suo successore Mons. Giovanni Pichierri, Arcivescovo di Cerignola, “Don Luigi fu uomo senza frontiere portò a tutti e a ciascuno in particolare il dono della sua umanità ricca, discreta, equilibrata. Promosse nell’ambito sociale e culturale della città di Manduria i valori della vita con uno stile di amabilità e fermezza”. I Neglia sono imparentati con i Strada, Nigro, Chirulli, Carrieri e Barletta.
Le famiglie Palazzo, Bernardo/i, Neglia, Danese e Cavallo hanno costruito tantissimi trulli sia nell’abitato che nelle campagne. È doveroso ricordare anche “li paritàri o parietòri e li casiddàrə” ovvero coloro che hanno costruito unicamente muri a secco e trulli o parti di abitazioni limitatamente alle fondazioni fino alle imposte delle volte.
Le informazioni sono state tratte dai Calendari realizzati dalla Pro Loco di Villa Castelli dal 2003 al 2008.
Tempo fa mi avete chiesto di raccontare la mia storia, se ancora lo volete, sono disposto a farlo. Fatemi sapere.
Ok ok, va bene Signor Costanzo.
Lei ha il mio numero di cellulare, sono Francesco Ligorio. La contattai già
Ha già il mio contatto telefonico.
Cordiali saluti.